Umani a Milano? In Darsena col crowdfunding

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Umani a Milano ha 14 mila fan su Facebook. Umani a Milano è un’associazione. Ma soprattutto UAM è un modo di scoprire Milano e i suoi cittadini. Un modo di vivere la città, di abbellirla e arricchirla con le storie che ci racconta tutti i giorni attraverso le fotografie di Stefano D’Andrea e dei suoi collaboratori. E’ anche comunicazione cortese, solare e veloce come solo i milanesi ti sanno dare (e non solo, perché di metropoli e convivenze internazionali stiamo parlando); è una forma d’arte e una frazione di tempo ritrovato, come solo la fotografia e i sorrisi, le timidezze e i piccoli racconti delle persone ritratte possono essere. Anche e soprattutto, se riusciamo a portare sorrisi e racconti in Darsena (e magari nelle nostre case). Come?

Grazie a Indiegogo, uno dei portali di crowdfunding più conosciuti, per portare a compimento il progetto dell’installazione di UAM 2015 in Piazza XXIV Maggio, nel passaggio pedonale ricavato dalla nuova struttura Ex sede del mercato comunale. Con un fixed funding di cinquemila euro, l’installazione avrà luogo dal 16 settembre al 1 novembre 2015, e ad ogni offerta (da un euro fino a 5 mila) corrisponderà un reward based destinato al finanziatore volenteroso (e più o meno vanitoso) che potrà fregiarsi del diritto di avere in cambio un abbraccio, una cartolina autografata, una shopping bag, essere ritratti in una foto UAM (vogliamo anche una storia, se no non vale) e via via in un crescendo molto interessante e goloso.

“Sì siamo amici per via dei cani. Questo parchetto alla fin fine è un microcosmo, ci si conosce tutti.” (Courtesy of Umani a Milano)

“Sì siamo amici per via dei cani. Questo parchetto alla fin fine è un microcosmo, ci si conosce tutti.” (Courtesy of Umani a Milano)

Era il 29 maggio 2013 quando ho avuto il piacere di assistere su Facebook alla nascita del progetto Umani a Milano, conoscevo il suo ideatore, Stefano D’Andrea, già da tempo. E’ un cantastorie contemporaneo, Stefano, ho già avuto modo di parlare di lui attraverso la recensione del suo libro La vita è un pizza, edito da Corbaccio. Come dice di se stesso e del suo progetto (che non è l’unico, infatti si contende un bel primato di fan su Facebook con Gatto Morto) “scrivo e faccio fotografie. Nel tentativo di innamorarmi di nuovo della mia città ho deciso di girarla per trovare facce e storie che mi aiutino.”. Come tutti noi che scriviamo e facciamo fotografie, per i suoi progetti trae ispirazione da altri “innamorati” della vita e della nostra umanità, da coloro che, vicini o lontani che siano, sono buone fonti di idee da diffondere.

Quindi, “ho incrociato, come molti di voi, il lavoro di Brandon Stanton e “Humans of New York“. Mi ricordava il mio modo di guardare quella città da e(s)terno innamorato (lui è di Chicago), con fotografie e riflessioni. Ma Brandon ci aggiungeva la qualità elevata dell’immagine e le storie delle persone. Dopo alcuni mesi ho pensato di replicare “Humans of New York” a Milano, per innamorarmi ancora di lei.
Ho chiesto a Brandon se pensava che fosse un problema usare il suo marchio. Lui ha detto di no, e che di “Humans of” ce ne sono molti in giro per il mondo. Sostiene che ognuno ha il suo modo di raccontare e ogni città ha le sue storie, che non lo riguardano, perché lui si occupa di New York. Ha ragione, mi sono detto. Dei molti “Humans of” che ci sono in rete in effetti nessuno mi interessa veramente, o mi piace.
Avrei cominciato il mio progetto con la mia cifra. La mia decisione di chiamarlo “Umani a Milano” è stato fin troppo chiaramente da subito un omaggio a Brandon e al suo lavoro, ma la mia specificità, data dal mio modo di incontrare la gente, fotografarla (con l’aiuto di Andrea Tilaro), e raccontare storie la conservo gelosamente e voglio credere si tratti di un valore aggiunto unico e irripetibile.”
Lo crediamo anche noi.

La sfida più difficile è stata trovare un equilibrio che mi permettesse di stare bene senza rinunciare né ad essere marocchina né ad essere italiana. A volte credevo che non fosse possibile trovare un punto d'incontro tra queste due realtà che mi appartengono in egual misura. Ora ho fatto miei i valori migliori di entrambe. (Courtesy of Umani a Milano)

La sfida più difficile è stata trovare un equilibrio che mi permettesse di stare bene senza rinunciare né ad essere marocchina né ad essere italiana. A volte credevo che non fosse possibile trovare un punto d’incontro tra queste due realtà che mi appartengono in egual misura. Ora ho fatto miei i valori migliori di entrambe. (Courtesy of Umani a Milano)

Per ogni proposta di collaborazione e contributo, in cambio della giusta visibilità nei 60 giorni di mostra in Darsena, rivolgersi a umaniamilano@gmail.com

Informazioni su Ale

Scienze, tecnologia, alimentazione, content marketing e social media sono le mie passioni. Suggestioni e progetti il mio motto. La cultura digitale non è tutto, ma la punteggiatura corretta è fondamentale. Se volete davvero commuovermi mostratemi un'astronave sullo sfondo degli anelli di Saturno o una burrata fresca di caseificio; non necessariamente in quest'ordine. Vedi tutti gli articoli di Ale

2 responses to “Umani a Milano? In Darsena col crowdfunding

  • giuliana

    Volenterosi per la città di Taranto? Sai quanti racconti verrebbero allo scoperto? I tarentini non avrebbero remore a raccontarsi. Baci.

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  • Umani a Milano: un’intervista a Stefano D’Andrea | Apirolio

    […] Avevamo parlato di Umani a Milano il 17 agosto in occasione del lancio della campagna di crowdfunding per realizzare la mostra pubblica presso la struttura dell’ex mercato della Darsena, lungo i navigli, a Milano. Ebbene, la campagna su Indiegogo è più che riuscita e fino al primo novembre potete trovare l’installazione in Piazza XXIV maggio. Invito coloro che sono a Milano o la visiteranno, per lavoro o per piacere, di passare a vederla (e scrivermi le vostre impressioni, se vorrete); io ho visto un video in cui si vedono i riflessi dell’acqua sul soffitto dell’ex mercato, sopra le fotografie, e mi è sembrata una cosa bellissima. […]

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