Social Food: mescolare sapori e culture per creare inclusione sociale – Il Gusto della Luce – Expo e Territori – Siracusa – Impact Hub
C’era una volta un ragazzo ucraino che sentendo parlare del latte di mandorla pensava che la mandorla fosse un animale come la mucca.
C’era una volta Abramo, che suonava Per Elisa al pianoforte dopo aver cucinato per tutti moussaka e arancini.
C’era una volta e c’è ancora una Casa abitata da persone il cui sogno più grande è smettere di dipendere da finanziamenti esterni e diventare produttori autonomi di alimenti di qualità lavorando i terreni confiscati alla mafia.
C’è stato un momento nel 2011 in cui sono rimasta un po’ sola. Un po’, non troppo, perché avevo amici vicini e lontani, e parenti un po’ più lontani. Nella mia vita un po’ nomade lungo l’Italia, caparbia nella mia ricerca di indipendenza e autonomia, nonché di amore, mi è capitato, a causa di un evento incontrollabile, di sperimentare ciò che accade quando un elemento del gruppo è gravemente ferito. Ho fatto tutto ciò che potevo per mantenere una promessa e, se attorno a me e con me, non ci fosse stata quella rete di persone che mi ha aiutato, non sarei qui a scrivere. Magari sarei a scrivere da un’altra parte 🙂 ma non avrei avuto il privilegio di partecipare ieri sera all’evento organizzato dall’Impact Hub di Siracusa insieme a 11Eleven, L’Arcolaio, Casa dei Giovani e Cesvi.
In questi ultimi anni la rete è diventata, purtroppo, veicolo di messaggi e immagini rabbiose. In questi anni la mia vita cambiava, perdevo e ritrovavo, e nuovamente perdevo, lavoro, ma rimanevo convinta che qualcosa si può fare oltre la rabbia e il desiderio di spaccare tutto. Oltre la paura che l’alieno sotto casa ti esca dalla pancia e ti trasformi in qualcos’altro. Mi chiedo in quanti siamo a essere diventati schizofrenici e miopi. Anche se so che qualcuno ancora ci vede bene, talmente bene che riesce a sbirciare nel cuore dei ragazzi che ha di fronte. E quel cuore ha una nazionalità, una lingua tutta sua, e speranze simili alle nostre. Magari ha anche nella mente un piatto preferito, che non mangia da giorni. Qualcosa come le focacce che faceva mia nonna e che a me non vengono mai uguali. E invece sono piatti di paesi altri, stranieri. Paesi di tavole apparecchiate con ricordi e desideri, come le nostre. Come ieri sera, all’evento organizzato dall’Impact Hub di Siracusa.
Perché apprezzo Expo 2015? Credo che, nonostante alcune problematiche spesso insormontabili, bisogna parlare di cibo e alimentazione. E parlare di cibo e alimentazione insieme a tutti i paesi del mondo è un’opportunità da non perdere. Questa opportunità spesso ce l’abbiamo sotto casa. Ho davanti a me la brochure di 11Eleven, è scritto: “La cucina è un terreno fertile (…) cucinare è un ottimo esercizio per allenarsi al rispetto reciproco e all’ascolto attivo e per scoprire tutto il potenziale creativo dei processi di comunicazione tra persone che hanno modi diversi di pensare, intendere e fare. La cucina è una potente metafora dell’incontro tra culture.”. E la Sicilia è un luogo eccellente per concretizzare questa metafora.
Il 27 agosto è stata una buona giornata, che si è conclusa con la mia partecipazione all’evento di Social food presso l’Impact Hub di Siracusa, il tutto nell’ambito dell’iniziativa promossa dall’area marina protetta del Plemmirio e dal comune di Siracusa all’interno del programma Expo e Territori lanciato dal Ministero dell’Ambiente in occasione di Expo Milano. Una cena da leccarsi i baffi accompagnata da un vino delizioso: cuochi e ricette del team di 11Eleven, mandorle e sciroppo di carruba della cooperativa L’Arcolaio, vino da uve Cataratto prodotto dalla Casa dei Giovani. Associazioni e cooperative che portano avanti con grande energia tutto ciò che di bello e buono ha la Sicilia e si rimboccano le maniche per ricostruire le vite che gli vengono affidate, vite di ragazzini smarriti arrivati con vecchi barconi, vite di ragazzini persi in quartieri dormitorio invasi dalla mafia, vite di carcerati che sognano un lavoro vero e la possibilità di riscattarsi, vite di tossicodipendenti che lavorano con costanza orti, campi e vigneti, si scoprono allevatori e produttori. Vite di individui che imparano a essere autonomi, che imparano a costruire e non a distruggere.
Qui sotto tutti i link
Impact Hub “buone idee, buone realizzazioni”
11Eleven
L’Arcolaio
Casa dei Giovani
Cesvi
Qui il primo video della serata che sono riuscita a caricare