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Ci sono molte persone impegnate nel tessuto sociale cittadino che stanno cercando di rinnovare la città: associazioni, imprenditori, operai, insegnanti, studenti, professionisti. La necessità c’è ed è stata espressa, ma quello che vorrei raccontarvi è che fare rete permette di intercettare fondi e progetti più complessi e meglio strutturati che potrebbero davvero fare la differenza per la città di Siracusa.
Poiché sono tante belle parole e molti penseranno che queste necessità sono imposte dall’alto e che i bisogni dei siracusani sono altri e meno raffinati, occorre che vi dica che molte delle persone che sono già coinvolte in questo processo di innovazione non lo stanno facendo perché si arricchiranno. E sono consapevole che per molti di voi queste persone sono assolutamente folli. Penserete che probabilmente non hanno bisogno di pagare le bollette, arrivare a fine mese oppure andare dal dentista.
Se state cercando lavoro, se state cercando di offrire ai vostri figli l’istruzione migliore affinché, da adulti, possano condurre una vita più che dignitosa, se una città più sicura e meglio organizzata per attirare i turisti tutto l’anno è uno dei vostri desideri perché vorreste far funzionare meglio la vostra attività, se vorreste cambiare lavoro, un modo per realizzare i vostri desideri ci sarebbe. Rendendo le cose semplici, guardatevi in tasca o nella borsa: uno smartphone.
In uno smartphone sono contenute tutte quelle belle parole che ho scritto all’inizio, perché ci sono applicazioni (Facebook, Whatsapp, il navigatore, il meteo, i numeri di telefono dei vostri figli, genitori, coniugi, amici, fornitori, enti, associazioni, indirizzi, pubblicità, e-mail, giochi, fotografie).
Il vostro intero universo vitale può essere contenuto in uno smartphone, ma molti di noi non hanno la più pallida idea di come funzioni e, soprattutto, di quanto sia utile e potente questo strumento.
Non vi sto dicendo che dovete smettere di condividere foto di gattini o di darvi il buongiorno tutte le mattine, vi sto dicendo che potete condividere anche molto altro e aiutare i vostri figli a comprendere il funzionamento di queste cose per usarle con consapevolezza e per riappropriarsi della propria vita e del proprio futuro.
Qui a Siracusa c’è un lavoro consistente da fare, il 9 dicembre sera c’è stato un incontro fra insegnanti (un folto gruppo agguerrito), l’assessore alle politiche scolastiche e all’innovazione del Comune, Valeria Troia, la digital champion, event manager, co-fondatrice di Impact Hub Siracusa Viviana Cannizzo e il presidente dell’associazione Studiare Digitale Saverio Rizza, per spiegare il Piano Nazionale Scuola Digitale e le sue opportunità, in più sono stati chiesti i contatti degli insegnanti interessati a creare una rete collaborativa fra istituti scolastici.
La rete delle scuole è un progetto che può di diritto inserirsi nel percorso più grande che sta inseguendo il Comune insieme alla cittadinanza di creare una Comunità di persone all’interno della Smart City anche se le resistenze e lo scetticismo ci sono. Spiegare, raccontare e coinvolgere sono le prime azioni oltre alla creazione della piattaforma in fase sperimentale di cui vi ho raccontato qualche giorno fa su Siracusa Online.
Eppure il problema rimane sempre che c’è chi dice di non saperne niente e che ci sono immensi ostacoli. Ecco perché comunicazione e condivisione sono fondamentali. La cultura della programmazione è un tassello importante del Piano Nazionale Scuola Digitale perché serve a comprendere che le tecnologie possiamo capirle e usarle in maniera critica e consapevole; e tutto questo serve a creare prospettive future di crescita culturale ed economica. Qui in Sicilia è fondamentale.
Una premessa ancora, se avete dei dubbi, chiedete: chi vi racconta questi progetti, le associazioni, gli assessori, le persone che partecipano a questi incontri, non aspettano altro che essere interrogati su cosa possiamo fare tutti noi. Non si parla di grandi azioni, ma di azioni piccole, personali, da fare ogni giorno, partendo dalla semplice conversazione su questi temi. Perché ognuno di noi può dare un contributo nel costituire la comunità della città di Siracusa, anche se adesso la chiamiamo smart community, quello di cui stiamo parlando è una grande rete di persone e non è un cosa impossibile.
Gli insegnanti, per esempio, sono stati appena chiamati dal MIUR (il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca) a designare in ogni scuola un animatore digitale. La figura dell’animatore digitale non è un tecnico programmatore, non deve conoscere per forza come funziona un pc, ma è una figura fondamentale che serve a spingere il proprio istituto scolastico, e quindi gli studenti, verso una cultura del digitale più ampia e costruttiva, che sia utile a diffondere informazioni e cultura in un modo aperto e condiviso. E quindi a creare ricchezza, anche attraverso nuove competenze e nuovi lavori e attirando finanziamenti e gemellaggi con altri città che stanno seguendo percorsi condivisibili. Legandosi al tessuto cittadino attraverso azioni che nascono da visioni del territorio su temi come ambiente, economia, legalità, digitale.
L’apertura e la condivisione sono i concetti alla base di strane cose chiamate open data (i fondamentali della smart city) e open source. Gli open data (dati aperti e accessibili a tutti) e l’open source (le sorgenti aperte) sono alla base del successo sociale ed economico di grandi aziende di cui tutti abbiamo sentito parlare, Google per esempio; oppure sono alla base del funzionamento dell’Internet delle cose (IoT, Internet of things), come il sistema di semafori intelligenti che il Comune di Siracusa ha iniziato a testare e perfezionerà, anche con il vostro aiuto.
Queste cose non si realizzano soffermandosi a osservare gli ostacoli al microscopio, ma cercando insieme soluzioni ai problemi. Cosa possiamo fare? Avete qualche idea? Se siete su Facebook, per esempio potete cercare la pagina “CoderDojo Siracusa” oppure “Presentazione del Piano Nazionale Scuola Digitale”, la pagina “Comune di Siracusa”, andare a vedere cosa stanno facendo di bello a “La Casa dei Cittadini di Siracusa” alla Mazzarrona (di persona), scaricare l’app “Siracusa Mover”, parlare con gli insegnanti dei vostri figli, parlare con i vostri figli.